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Giovanni Impastato ospite alla Scuola Secondaria "Padre Lega" in ricordo del fratello Peppino

“Mi sono emozionato davanti alla vostra opera, che non è esagerato definire tale. Tutti gli alunni della scuola, si ricorderanno di Peppino e di Rita quando saliranno le scale per entrare nelle loro aule. Se la memoria si può toccare, è più facile ricordare”.
Queste sono le parole con cui Giovanni Impastato, fratello di Peppino, ucciso dalla mafia nel 1978, ha iniziato l’incontro con gli alunni della scuola secondaria di I grado “Padre Lega” di Cedrate. L’”opera” a cui si riferisce è il murale che l’anno scorso gli alunni hanno realizzato per ricordare, appunto, Peppino Impastato e Rita Atria, testimone di giustizia suicidatasi dopo la morte del giudice Paolo Borsellino. Non un’opera estemporanea, ma il segno tangibile di un percorso di conoscenza del fenomeno mafioso, ideato e coordinato dalla professoressa di Lettere Monica Boccato e messo in pratica sotto la direzione della docente di Arte Noemi Silvestrini. 
L’incontro, tenutosi giovedì 19 gennaio presso la palestra dell’ oratorio di Cedrate, è stato aperto dal Dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo “De Amicis", Barbara Pellegatta, che ha ringraziato l’ospite per questa occasione di confronto con i ragazzi.
Giovanni Impastato ha sottolineato l’importanza di costruire prove tangibili della memoria storica, come è stato fatto a Cinisi dall’associazione fondata per ricordare Peppino: la casa-museo (https://www.casamemoria.it), dove è possibile visitare una mostra fotografica permanente e la stanza da letto di Peppino, con l'ultimo libro che stava leggendo, “La scomparsa di Ettore Majorana” di Leonardo Sciascia, ancora sul comodino; il percorso dei 100 passi, tra la casa degli Impastato e quella del boss Tano Badalamenti, costellato di pietre d’inciampo con le frasi più significative pronunciate dalla madre Felicia, da  Peppino stesso durante la trasmissione radiofonica “Onda Pazza”, dai militanti dell'antimafia sociale (sindacalisti, giornalisti, parroci), dai bambini delle scuole. Infine, ha portato l’esempio della casa di Badalamenti, che oggi è un bene confiscato alla mafia, al cui ingresso sono posti simbolicamente i versi dell'Inferno della Divina Commedia di Dante Alighieri. Anche il casolare dove è stato ucciso Peppino, dove sono ancora presenti le sue macchie di sangue, è stato recuperato grazie gesto di "disobbedienza civile" dello stesso Giovanni (per cui si è “beccato” pure una denuncia), che ha bloccato le ruspe che lo dovevano abbattere.
Quindi, Giovanni Impastato ha ripercorso tutte le tappe della formazione e di lotta di Peppino, dalla presa di coscienza del 1963, in occasione della morte dello zio mafioso, al 1978, soffermandosi in particolare sulle battaglie ecologiste e ambientaliste, che creavano con lungimiranza il terreno propizio per quelle attuali di Greta Thunberg.
L’incontro si è concluso con le domande degli alunni, che hanno tutti partecipato con grande attenzione e passione!

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